giovedì 27 dicembre 2012

Gramellini ha l'oro in bocca

"I just want to start a flame in your heart"

Seduto davanti a un caffè, leggo Gramellini e piango.
Piango ascoltanto i Radiohead. 
Ogni volta mi chiedo intensamente e catullianamente perchè lo faccio (leggere Gramellini, non piangere). Io ci provo davvero a  evitarlo, perchè mi risparmierebbe un sacco di improperi rivolti a divinità cosmiche sopite da millenni, oltre a prevenire l'inevitabile reflusso di prodotti dei miei visceri: ma alla fine il mio istintivo masochismo mi spinge a poggiare i miei occhi stanchi su quell'amorfo tappeto di caratteri indistinti e per non cedere alla nausea decido di dar fondo al contenuto dei miei dotti lacrimali.
Lui è lì, nell'angolino dei rubrichisti de La Stampa (quelli fichi con la fototessera) e occhieggia come un gatto sornione in attesa dei suoi adorati bocconcini di pollo criogenico. E io allora non resisto più e clicco, perchè mi illudo sempre che a un certo punto debba ragionevolmente esaurire la sua chilometrica scorta di cazzate da esegeta del cattocomunismo più becero.
E invece non le finisce mai (anche perchè scrive sempre le stesse quattro ovvietà variando leggermente l'ortografia).
Questa volta voleva davvero darmi il colpo di grazia, il bastardo, ne sono certo. E per poco non ce l'ha fatta.
"La lezione di educazione civica impartita in tv con la consueta leggerezza da Roberto Benigni ha emozionato e istruito un Paese..."
E a quel punto sopravviene la morte cerebrale.
Io sono stanco, ho sprecato le mani e la testa come il povero Hank e a volte vorrei davvero svegliarmi e accorgermi che è tutto uno scherzo.
Ma Liveright ha chiuso, Marco Balestri è morto e con lui se ne sono andate anche le candid camera (a parte quelle da denuncia con le bambine fantasma che causano spasmi coronarici alle vittime...e tutti ridono senza capire la pericolosità della cosa).
Sono stanco di questo buonismo da oratorio, di questo campionato del buon costume, di questi o tempora o mores a orologeria, dei primi della classe frustrati perchè hanno sempre fatto i compiti a casa e i genitori li prendevano a calci in culo lo stesso, dei magistrati figli di magistrati che resistono, dei giornalisti figli di giornalisti che si indignano, dei registi - attori figli di registi-attori che recitano in film che denunciano il precariato e le raccomandazioni, di quelli che scrivono la sceneggiatura de la meglio gioventù mentre la domestica filippina prepara il the.
Nessuno si sta accorgendo che il motivo per cui ci siamo tenuti Berlusconi vent'anni è che siamo solo capaci di produrre litanie cacofoniche che ci garantiscano di non essere guardati severamente dal prossimo. Non siamo in grado di passare ai fatti, di stilare un documento programmatico, di capire come riparare la falla che sta facendo sprofondare questa cazzo di nave. Anzi non ci siamo nemmeno accorti della falla.
E' la morte cerebrale di una nazione. Una nazione fondata sui sani valori dello scoutismo.
E allora me ne fotto: ascolto How to disappear completely, leggo Faulkner e guardo The Divide.
Perchè se proprio bisogna affondare, tanto vale farlo con classe.


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