giovedì 27 dicembre 2012

La vita è una cosa meravigliosa (se non hai mai visto Ubaldo Terzani Horror Show)

"sì, vabbè..."



Ma Gabriele Albanesi quello de "Il bosco fuori"?
Eh.
Ma era proprio necessario?
...
Ma poi che cazzo voleva dire "il bosco fuori"?
Questo il rapido scambio di battute mentre Willy (Faulkner) mi porge il blu ray di questa autentica opera d'arte su celluloide. Perchè ovviamente l'hanno anche fatto uscire in blu ray.
Le avvisaglie che potesse trattarsi di una colossale puttanata, va da sè, c'erano tutte. A partire dal titolo. Volendo tacere in maniera quasi omertosa riguardo altri elementi fortemente disturbanti quali locandina e cast (soprattutto il cast). Ma alla fine non potrà essere peggio di un buongiorno di Gramellini e magari ci scappano pure due risate (involontarie, sia chiaro).
E comunque l'hanno prodotto i Manetti Bros., mi urla Willy dalla cucina mentre sminuzza sedano per il soffritto.
Non udendo risposta si sporge per scrutare il mio sguardo perplesso.
Dai qualche video caruccio l'avevano pure tirato fuori.
Laconico, proferisco tre parole: Zora la vampira.
Willy non dice nulla. China il capo e se ne va. In cucina sento sfrigolare il soffritto.
Da qualche parte, nel mondo, Carlo Verdone ha una fitta lancinante all'emitorace sinistro.
E così rimango da solo nel soggiorno e vado incontro al mio destino. Infilo il disco sul piatto del lettore (o rifilo il disco al piatto del lettore?), schiaccio il magico tasto di avvio (con il sospetto di avere udito il piatto piangere) e mi siedo comodo attendendo l'incubo. E l'incubo arriva.

"Mi chiamo Giuseppe Soleri e la mia specialità sono le t-shirt da hipster e gli sguardi da drogato"
"Vabbè tanto a noi serve solo uno che pulisca i cessi"


Perchè tanto io lo so che alla fine non riusciremo mai più a fare un film italiano decente in generale. Figurati un horror. 
Mi rendo perfettamente conto che i Fellini, i Rossellini, i Visconti, i Risi e i Monicelli sono fuoriclasse che chissà quanto tempo ci metteranno a reincarnarsi. Quella è stata una stagione eccezionale che forse non si ripeterà più e certo nessuno pretende di ritornare a tali vette di eccellenza. Sarebbe anche solo sufficiente non fare film di merda e saremmo già sulla buona strada.
E invece niente. Non bastano i filoni superinflazionati stracciapalle su minoranze religiose, etniche, sessuali, vari gradi di invalidità, discriminazioni, malati terminali, accanimento terapeutico, precariato, zoccole, pedofili, politici ladri e/o erotomani (che poi basta guardare la cronaca, non serve fare un film di denuncia). 
Adesso ci sputtaniamo pure con il cinema di genere. L'unica cosa in cui bene o male fino agli anni '80 ci siamo sempre distinti. Tutto rigorosamente finanziato dai contribuenti eh? E vi lamentavate pure del fatto che vi togliessero le sovvenzioni statali. Ma vaffanculo: il cinema l'avete ucciso voi. E vi abbiamo pure dovuto pagare per farlo.
Io sto iniziando un po' ad odiare Tarantino e Rodriguez (Tarantino di più perchè "tanto qualsiasi cosa faccio mi dicono che sono un genio, cazzomifrega" e sta sfornando qualche vaccate niente male).
Li odio perchè con 'sta storia su quanto ci ammirano per quel che abbiamo prodotto nel maggico periodo seventies, hanno fomentato tutti i giovani registi disoccupati nostrani (e se erano disoccupati ci sarà pure stato un motivo), spingendoli a ripercorrere le orme dei vari Bava, Fulci, Argento, Deodato ecc.
Questi pensano che basti ritornare al montaggio analogico e ai cari vecchi effetti speciali con la pummarola e i manichini delle esercitazioni di BLS per poter rinverdire i fasti di un'epoca ormai non solo tramontata, ma proprio morta e sepolta.
Ma vi rendete conto che i vostri cari maestri lottavano sia contro i limiti imposti dal budget che con gli scarsi mezzi tecnici propri dell'epoca? Perchè dovete impuntarvi su 'ste minchiate semi-amatoriali. E poi ci volete mettere qualche cazzo di filtro su 'ste telecamere, così magari riusciamo a portare nelle sale degli horror che non sembrino tutti delle puntate di centovetrine?
Eh ma sai così è più indie, è più underground, è più low-fi.
Ma vaffanculo! (e due) Ma se in Corea girano gli horror con gli smartphone (e gli vengono pure bene).
Peraltro ci vorrebbe anche una storia intorno al montaggio analogico, se proprio hai l'irrefrenabile impulso di fare il fottuto nostalgico con lo sguardo trasognato e la maglietta di Texas Chainsaw Massacre.  Possibile che non ci sia nemmeno lo straccio di una sceneggiatura decente?
E poi gli attori. 
Mio Dio.
A parte che devi avere come minimo subito una lobotomia prefrontale se ti viene in mente di scegliere come co-protagonista di un film che dovrebbe rilanciare il genere horror-splatter (credici) uno che ha nel proprio  curriculum varie fiction a dir poco interlocutorie (tra le quali spicca Un medico in famiglia) e che per ripagarti della fiducia in lui riposta recita per tutto il film come se fosse tormentato dalle emorroidi.
Ma vogliamo parlare di Giuseppe Soleri? Io credo sia meglio di no.
Dare un giudizio sulla sua recitazione sarebbe davvero impossibile, anche perchè bisognerebbe scandagliare a fondo tutto il regno animale e vegetale per trovare un metro di paragone sufficientemente adeguato. E comunque non me la sentirei di scomodare nessun essere vivente che appartenga ai phyla degli echinodermi o delle conifere.
Una doverosa riflessione va anche dedicata all'episodio ischemico transitorio in seguito al quale Sam Raimi sentì qualche anno fa la necessità di distribuire nelle sale cinematografiche d'oltreoceano quella perla intitolata Il bosco fuori, opera prima del nostro prestigioso cineasta (stanno ancora ridendo adesso).
Di quel film le uniche note positive erano Enrico Silvestrin che si schiantava sulla sua Lancia Dedra scomparendo finalmente dal panorama cinematografico italico e il culo di Daniela Virgilio (che manco si vedeva spesso).

"oh, Paolo, ma è venuto propri così di merda il film?"
"elementare, caro Giuseppe. Basta guardare il cast"


Ma la cosa più raccapricciante è che naufragando nell'etereo mare telematico è facile imbattersi in recensioni accomodanti, magari compiacenti o addirittura entusiastiche nei riguardi di cotale putrescente monnezza.
Ecco io vorrei soltanto avere un pacifico faccia a faccia con i suddetti recensori. Un tranquillo e ragionevole confronto di idee nel quale io possa annegare la loro testa nel cesso e tirare lo sciacquone ininterrottamente fino a far loro confessare la verità. O quantomeno fino ad avere delucidazioni riguardo al compenso pattuito con il regista, ché di questi tempi non si sa mai.
Oh, però gli effetti speciali di Sergio Stivaletti sono notevoli, chiosa William inopinatamente con in mano la padella e il soffritto carbonizzato.
Ma che cazzo me ne frega se nella 500L c'è la macchinetta per il caffè! E' comunque un'auto di merda.
E sono riusciti a farla più brutta della Multipla.
Così mi accorgo di aver nuovamente sprecato centinaia e centinaia di parole.
Quando bastava dire semplicemente questo.
Ubaldo Terzani Horror Show è peggio della Multipla.


Gramellini ha l'oro in bocca

"I just want to start a flame in your heart"

Seduto davanti a un caffè, leggo Gramellini e piango.
Piango ascoltanto i Radiohead. 
Ogni volta mi chiedo intensamente e catullianamente perchè lo faccio (leggere Gramellini, non piangere). Io ci provo davvero a  evitarlo, perchè mi risparmierebbe un sacco di improperi rivolti a divinità cosmiche sopite da millenni, oltre a prevenire l'inevitabile reflusso di prodotti dei miei visceri: ma alla fine il mio istintivo masochismo mi spinge a poggiare i miei occhi stanchi su quell'amorfo tappeto di caratteri indistinti e per non cedere alla nausea decido di dar fondo al contenuto dei miei dotti lacrimali.
Lui è lì, nell'angolino dei rubrichisti de La Stampa (quelli fichi con la fototessera) e occhieggia come un gatto sornione in attesa dei suoi adorati bocconcini di pollo criogenico. E io allora non resisto più e clicco, perchè mi illudo sempre che a un certo punto debba ragionevolmente esaurire la sua chilometrica scorta di cazzate da esegeta del cattocomunismo più becero.
E invece non le finisce mai (anche perchè scrive sempre le stesse quattro ovvietà variando leggermente l'ortografia).
Questa volta voleva davvero darmi il colpo di grazia, il bastardo, ne sono certo. E per poco non ce l'ha fatta.
"La lezione di educazione civica impartita in tv con la consueta leggerezza da Roberto Benigni ha emozionato e istruito un Paese..."
E a quel punto sopravviene la morte cerebrale.
Io sono stanco, ho sprecato le mani e la testa come il povero Hank e a volte vorrei davvero svegliarmi e accorgermi che è tutto uno scherzo.
Ma Liveright ha chiuso, Marco Balestri è morto e con lui se ne sono andate anche le candid camera (a parte quelle da denuncia con le bambine fantasma che causano spasmi coronarici alle vittime...e tutti ridono senza capire la pericolosità della cosa).
Sono stanco di questo buonismo da oratorio, di questo campionato del buon costume, di questi o tempora o mores a orologeria, dei primi della classe frustrati perchè hanno sempre fatto i compiti a casa e i genitori li prendevano a calci in culo lo stesso, dei magistrati figli di magistrati che resistono, dei giornalisti figli di giornalisti che si indignano, dei registi - attori figli di registi-attori che recitano in film che denunciano il precariato e le raccomandazioni, di quelli che scrivono la sceneggiatura de la meglio gioventù mentre la domestica filippina prepara il the.
Nessuno si sta accorgendo che il motivo per cui ci siamo tenuti Berlusconi vent'anni è che siamo solo capaci di produrre litanie cacofoniche che ci garantiscano di non essere guardati severamente dal prossimo. Non siamo in grado di passare ai fatti, di stilare un documento programmatico, di capire come riparare la falla che sta facendo sprofondare questa cazzo di nave. Anzi non ci siamo nemmeno accorti della falla.
E' la morte cerebrale di una nazione. Una nazione fondata sui sani valori dello scoutismo.
E allora me ne fotto: ascolto How to disappear completely, leggo Faulkner e guardo The Divide.
Perchè se proprio bisogna affondare, tanto vale farlo con classe.